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NoTAV redazione

Chi mangia patate non muore mai

Con l’inizio della primavera Ecologia Politica Torino, che partecipa attivamente al presidio, ha iniziato il progetto dell’Orto dei Mulini con lo scopo di rendere il presidio passo passo più autosufficiente e sostenibile.

Il presidio sorge nel mezzo di un bosco ormai invaso dal cemento del cantiere Tav che come un’onda ha travolto questo luogo ricchissimo di vita e biodiversità, e per questo mettere in campo pratiche sostenibili ed ecologiche assume un valore profondamente politico.

Nel mese di marzo abbiamo ripulito alcuni spazi di terreno fino a quel momento inutilizzabili perché invasi da arbusti e rovi, e poi – con zappe, vanghe e buona volontà – abbiamo a più riprese lavorato il terreno per prepararlo alla prima semina primaverile.

In una giornata collettiva di lavori alcuni ortaggi hanno quindi trovato il loro posto: insalate, cipolle, sedano, cavoli estivi, carote, spinaci ed erbe aromatiche, che sono sopravvissuti alle fredde settimane di aprile e ora stanno continuando a crescere.

Venerdì 7 maggio invece è stato il turno delle patate: con l’aiuto di Mario Cavargna (storico) e Giuliano Vitton (agricoltore) siamo riusciti a individuare quelle più adatte per questa terra – che storicamente rappresenta il polmone della Bassa Valle di Susa, per la sua posizione soleggiata e il terreno particolarmente fertile – scegliendo tre varietà rare che lo stesso Giuliano riproduce ormai da anni nel territorio valsusino: Fleur de Pecher, Burgundy Red e Gipsy Black. Ora i bulbi riposano sotto il terreno, ma quest’autunno chiunque passerà dal presidio potrà apprezzarne la qualità, i colori variegati di buccia e polpa, nonché il loro ricchissimo gusto.

Nel frattempo, non ci resta che vegliare sui campi e tener loro compagnia: un vecchio detto popolare dice che le patate devono esser seminate in modo che, pur sottoterra, possano sentire le campane: la speranza è che le risate e le chiacchiere che sempre accompagnano il presidio possano essere una buona compagnia, di certo migliore dei rumori del cantiere che purtroppo invadono giorno e notte la Val Clarea.

E di chiacchiere, risate e note alla chitarra è sicuramente stata ricca la serata di venerdì, in cui i racconti di Mario Cavargna hanno accompagnato una merenda sinoira a base di cibi valsusini: verdure di stagione, formaggi, vino… e ovviamente patate, cotte alla brace nel pomeriggio, vere protagoniste della giornata e importanti anche per la storia dei Mulini.

Come ci ha raccontato Mario, infatti, la Val Clarea può vantare un primato storico nella coltivazione di questo ortaggio: alcuni documenti, infatti, attestano la coltivazione delle patate – anzi, tartifle, come si dice ancora oggi in patois – a fini alimentari già a metà Settecento, ovvero in un periodo storico in cui venivano utilizzate solo come piante ornamentali o come cibo per gli animali. Sembra quindi che la presenza di questo ortaggio sia profondamente connaturata al luogo, e speriamo che ciò possa essere un buon auspicio in vista del raccolto che ci aspetterà nell’autunno.

Seguiranno aggiornamenti!