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NoTAV redazione

Non smuovete quei terreni!

Telt e i suoi amici della banda del buco vogliono costruire al Baraccone un nuovo autoporto per l’A32, mentre l’autoporto di Susa dovrebbe diventare un deposito di smarino.

A parte la follia, nella fase attuale di crisi COVID e di crisi climatica, di continuare a investire miliardi ( 5 milioni solo per le recinzioni dell’autoporto di San Didero) in strutture per aumentare i trasporti di merci mentre la sanità è al collasso e i cambiamenti climatici ci mordono il futuro, ci sono altri gravi problemi che richiedono la nostra attenzione.

I terreni su cui vogliono costruire sono un deposito incontrollato di veleni. Per decenni l’acciaieria ha vomitato dai suoi camini diossine, PCB e sostanze radioattive su questi terreni; per decenni questi terreni sono stati usati per interramenti clandestini di sostanze tossiche.

PCB e DIOSSINE

Nel 2003  l’Arpa avvia un’indagine (tra Susa e Avigliana, con al centro la Beltrame) che evidenzierà la presenza al suolo di una forte contaminazione da diossine e soprattutto Policlorobifenili (PCB), che in certi punti superano anche di 56 volte il limite di legge consentito per le aree abitate. Sono sostanze cancerogene e teratogene (malformazioni del feto) persistenti, con tempi di “dimezzamento” di vari decenni, che non vengono dilavate dall’acqua, ma che si concentrano nelle sostanze grasse, come latte e derivati. L’erba brucata da bovini, ovini e caprini porta gli inquinanti nella catena alimentare fino all’uomo.

Ad inizio 2005  l’ARPA-Piemonte comunica i primi risultati dello studio epidemiologico-statistico sulla mortalità e sull’incidenza dei tumori nel territorio, che mette a confronto i dati medi del Piemonte con quelli dei quattordici comuni situati in un raggio di 10 Km dall’acciaieria Beltrame: qui si supera decisamente la media, con “eccessi di patologie per le quali esistono in letteratura evidenze di incremento di rischio in relazione a esposizione a Pcb e diossina“.

Il dato preoccupante, nello specifico areale di San Didero, è l’anomala incidenza di tumori allo stomaco ed al retto.

INTERRAMENTI DI RIFIUTI PERICOLOSI

Era stata la Guardia di Finanza a rinvenire tra i ruderi del Baraccone, nel 2004, fusti contenenti oli ed altri rifiuti speciali e tossici sepolti sotto terra o coperti da grandi massi; i colpevoli furono individuati e processati, ma nel 2009 beneficiarono della prescrizione dei termini. Un interramento lo hanno cercato e trovato, ma quanti altri anche in epoche più recenti sono rimasti sospetti senza ricerche?

SOSTANZE RADIOATTIVE

Era il lontano 28 ottobre 2005 quando l’allarme nella ditta ex-Beltrame suonava e si scopriva l’incidente radioattivo, una sorgente di cesio 137 veniva fusa accidentalmente. Un camion in uscita veniva fermato e trovate su esso polveri residue dell’attività di fusione dei rottami ferrosi, la ditta così scopriva radioattività nell’impianto fumi, il forno fusorio veniva bloccato”.

Si ripropone dunque in Val di Susa un altro “ordinario” caso di sfruttamento del territorio, dove prima hanno lucrato costruttori di opere rivelatisi inutilizzate, e poi criminali trafficanti di rifiuti tossici. Anche stavolta vi si torna, anni dopo, per collocare uno dei cantieri legati alla realizzazione di un’opera più grande e più inutile, il Tav.  (e si ripete quanto appena accaduto a Salbertrand, nell’alta valle, dove l’area degradata ha così tanto amianto ed altri inquinanti da imporre il trasferimento del cantiere in altra sede).

Oggi dunque San Didero, ma anche i Comuni limitrofi, rischiano che fin dalle operazioni preliminari  per l’autoporto venga rimesso in circolo il cocktail dei veleni presenti nel suolo del Baraccone: è necessario che nuovamente tutte le energie dei No Tav, degli ambientalisti, dei Sindaci e dei cittadini tornino a mobilitarsi in difesa della salute.

Movimento No Tav